Il cane che si morde la coda. E a rimetterci sono sempre
loro, che oltre a mordersi il portafogli vedono scalfita
anche la dignità. Permane il caos, e non si vede via
d’uscita, sul fronte delle agevolazioni fiscali per le
persone con disabilità. A un passo avanti ne corrispondono
dieci indietro: iI tunnel appare buio e lungo.
“Negli ultimi anni quasi tutte le Medicine legali delle Usl
avevano adeguato le proprie certificazioni alle voci fiscali
in base alla legge 447/97 e successive - spiega Antonio
Ridolfi, esperto in materie fiscali per la mobilità delle
persone con disabilità e associato FISH, la Federazione
Italiana Superamento Handicap -. La FISH è l’unico ente che
rilascia certificazioni per iscritto sulle varie esenzioni.
Ci siamo così trovati a compilare quasi 80 mila pratiche dal
1998 ad oggi fornendo consulenza scritta ai concessionari
auto. E poiché negli ultimi anni la media annuale si aggira
sulle 10/11mila pratiche è evidente che la situazione invece
che migliorare e rendere più certo il diritto è diventata
più ingarbugliata”. |
Ma sul più bello, quando quasi tutti
avevano risposto all’appello legislativo, è sorto un altro
inghippo: “Dal 2010 l’Inps ha imposto il nuovo software di
certificazione a tutte le regioni, quindi a tutte le Usl, ma
è sbagliato - sottolinea Ridolfi -. Errore poi ammesso ma
mai corretto”.
Imperversa il caos, gettando nel disagio migliaia di
cittadini che cercano, invano, la strada maestra.
“Attualmente la regola dovrebbe fare riferimento alla
certificazione di invalidità o alla legge 104, oppure a
entrambe. Teoricamente già dal 2000 nelle certificazioni che
escono dalle Usl è indicato il tipo di agevolazione,
specificando se c’è la possibilità di averne il diritto e in
che modo. Ma non tutte le Medicine legali si erano adeguate,
accadeva pertanto che si finiva nel chiedere informazioni ai
patronati, agli sportelli delle Agenzie delle Entrate, alle
Provincie o al PRA. C’è un però: tutti rispondevano sì o no
ma non su base oggettiva, per di più a voce e non per
iscritto, al punto che molti cittadini si sono visti
recapitare multe e contestazioni di evasione fiscale dopo
anni che avevano avuto il consenso “verbale” dall’Ente”.
Morale della (brutta) favola, “c’è molto da fare - afferma
Ridolfi -: manca la conoscenza specifica della materia anche
se l’Agenzia delle Entrate ha fatto una guida alle
agevolazioni fiscali e si è allineata. Ma non tutti hanno
provveduto. Tra questi, appunto, il PRA. Ognuno quindi
agisce su base propria visto che la legislazione a livello
nazionale fa riferimento all’Iva, a livello regionale sul
bollo, in quello provinciale sull’IPT, ma si sa che in
questo caso a farla padrone è l’Aci che detta regole non
propriamente rispondenti, o quanto meno “diversamente
interpretate” dai singoli Uffici locali, a quanto il Tavolo
sull’IPT delle Provincie aveva deliberato”.
Cosa può fare UNASCAbile in questa situazione?
“Può formarsi e a sua volta formare le sue agenzie per
combattere questo malcostume che danneggia il cittadino”
dice Ridolfi il quale auspica la soluzione dell’annoso
problema così: “Ci vorrebbe un Governo serio che chiami
l’Inps e lo solleciti ad adeguare il software delle
Certificazioni di Invalidità e di Handicap in accordo con
l’Agenzia delle Entrate, così come ci vorrebbe un forte
segnale delle Provincie, o di quel che ne rimane, che
dettino loro, al concessionario della riscossione IPT, le
regole su cui muoversi e non viceversa”.
Utopia?
Alberto Francescut
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